Dal Policlinico San Marco di Zingonia (Bergamo) Primi incoraggianti risultati da una terapia sperimentale anti-Covid

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La malattia da COVID-19 sta sconvolgendo la nostra vita in questi mesi, ma nonostante tutto la ricerca scientifica non si è fermata.

Il Dott. D’Alessio, responsabile Unità Operativa di Medicina Interna e Oncologia al Policlinico San Marco di Zingonia e membro del Comitato tecnico-scientifico della nostra Fondazione ARTET, ha di recente pubblicato insieme ai suoi collaboratori un articolo sulla prestigiosa rivista internazionale Leukemia riguardante un nuovo approccio terapeutico per pazienti con polmonite severa da SARS-CoV2.

I ricercatori hanno infatti ipotizzato che l’eccessiva infiammazione, tipica di questa patologia, potesse essere controllata da ruxolitinib, farmaco già utilizzato per altre malattie che è in grado di inibire una proteina chiamata JAK che è legata ai recettori dell’infiammazione. Per questo motivo è stato disegnato uno studio clinico per valutare gli effetti del ruxolitinib, associato a basse dosi di cortisone, in 75 pazienti affetti da COVID-19, ricoverati tra Marzo e Aprile 2020, durante la prima ondata, presso l’Ospedale di Zingonia.  I risultati mostrano come la percentuale di pazienti vivi, clinicamente guariti e con ridotti indici infiammatori sia nettamente superiore nel gruppo trattato con ruxolitinib rispetto ai pazienti non trattati con questo farmaco.
Si può quindi concludere che, mediante un trattamento precoce e mirato dato dalla combinazione tra ruxolitinib e basse dosi di cortisone, una riduzione dell’eccessiva risposta immunitaria possa prevenire la progressione del danno polmonare, evitando complicanze quali l’intubazione, ed aumentare la sopravvivenza in pazienti con polmonite severa da SARS-CoV2.