Lo Studio HYPERCAN continua

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Lo studio HYPERCAN (Hypercoagulation and Cancer), iniziato nel 2012, grazie al contributo di AIRC, è uno studio multicentrico che coinvolge molti centri oncologici italiani per valutare la correlazione tra l’ipercoagulabilità e lo sviluppo di un tumore.

Lo studio comprende 2 diverse tipologia di soggetti:

1- Soggetti sani, donatori di sangue nei quali si vuole stabilire se anomalie dei marcatori di attivazione della coagulazione, misurati nel sangue circolante, possono essere una spia precoce, che precede e quindi predice la diagnosi di un tumore ancora occulto.

2- Soggetti già ammalati di tumore, in particolare della mammella, polmone, colon-retto e stomaco, nei quali si vuole stabilire se gli stessi marcatori di attivazione della coagulazione possono identificare precocemente i soggetti a più elevato rischio di ricadute o resistenti alle terapie in corso.

Primi risultati

Nel sottogruppo di pazienti con carcinoma mammario non metastatico, asportato chirurgicamente, sono emersi importanti risultati, che sono stati di recente pubblicati in tre importanti riviste internazionali: Haematologica (Primo studio), Journal of Thrombosis and Haemostasis (Secondo studio) e TH Open (Terzo studio).
Nel primo studio: lo screening dello stato di ipercoagulabilità, mediante la misurazione nel sangue di diversi marcatori della coagulazione prima di iniziare la chemioterapia post-intervento, ci ha permesso di identificare i pazienti ad alto rischio di recidiva del tumore alla mammella nei successivi 4 anni.

Nel secondo studio: nella stessa popolazione di pazienti con carcinoma mammario limitato, il test di generazione di trombina, un test globale della coagulazione, si è dimostrato efficace nell’identificare i pazienti ad alto rischio di recidiva molto precoce, cioè nei primi due anni dopo l’intervento.

Nel terzo studio: sempre nella stessa popolazione i risultati del test di generazione di trombina sono stati convalidati con un metodo che misura la generazione di trombina in modo rapido e standardizzabile, riproducibile in vari laboratori, ampliando la possibilità d’uso di questo biomarcatore su ampia scala. I risultati di questo studio confermano il contributo significativo del test di generazione di trombina nel predire, durante la chemioterapia, una recidiva precoce nei pazienti con tumore alla mammella resecato.

In conclusione, i primi risultati dello studio HYPERCAN evidenziano l’importanza di monitore i marcatori plasmatici della coagulazione per valutare la prognosi della malattia tumorale, sottolineano il ruolo rilevante della ricerca scientifica in questo campo, non solo per comprendere i meccanismi della progressione tumorale, ma anche per generare strumenti di pronta applicabilità per migliorare la cura dei pazienti.