Studio MATTER: Studio per la gestione clinica della terapia anticoagulante e antiaggregante nei pazienti con piastrinopenia e neoplasie ematologiche

Categories Oncoematologia

Razionale: La gestione della terapia anticoagulante nel contesto di una piastrinopenia (livelli bassi di piastrine) secondaria a una neoplasia o alle terapie antitumorali è un problema comune nei pazienti oncologici. La terapia anticoagulante può essere prescritta per diverse condizioni intercorrenti, fra cui il tromboembolismo venoso (TEV), la fibrillazione atriale o la presenza di protesi valvolari cardiache. Per quanto riguarda la gestione della terapia anticoagulante nei pazienti neoplastici in presenza di piastrinopenia, le raccomandazioni delle linee guida disponibili per la pratica clinica si basano sull’opinione di esperti e su pochi studi retrospettivi, prevalentemente focalizzati sull’uso dell’eparina a basso peso molecolare (EBPM) . Tali raccomandazioni sono più o meno simili, ovvero suggeriscono la riduzione del 50% della dose di EBPM o l’utilizzo di dosi profilattiche quando la conta piastrinica è inferiore a 50×109/L, ma superiore a 25×109/L, e l’interruzione della terapia anticoagulante quando la conta piastrinica scende al di sotto di 25×109/L. Nella gestione della fase acuta del TEV è talora raccomandato l’utilizzo di dosi terapeutiche di EBPM previa trasfusione di concentrati piastrinici,  oppure è suggerita l’inserzione di filtri cavali.

Generalmente, in corso di piastrinopenia, i pazienti sono sottoposti a trattamenti subottimali, proprio a causa dell’elevato rischio di sanguinamento e, in mancanza di dati di sicurezza ed efficacia degli anticoagulanti in queste situazioni, le decisioni cliniche sono basate largamente su scelte soggettive del medico. Vi è pertanto un bisogno, ancora insoddisfatto, di conoscenza sulla corretta gestione della terapia anticoagulante e dei relativi ‘outcome’ nei pazienti oncologici, soprattutto onco-ematologici, con piastrinopenia severa. Sulla base di questi presupposti, è stato disegnato il presente studio prospettico in pazienti con neoplasie ematologiche con piastrinopenia e concomitanti terapie anticoagulanti, per quantificare l’incidenza di complicanze emorragiche e trombotiche e per identificare le migliori strategie per la gestione delle terapie anticoagulanti.

Obiettivi:  Gli obiettivi principale della fase pilota del progetto sono:
– valutare, nei pazienti con neoplasie ematologiche che necessitano di trattamenti anticoagulanti per una qualsiasi indicazione, quali sono nella pratica clinica i principali percorsi decisionali utilizzati dai medici per la gestione della terapia anticoagulante in caso intervenga una piastrinopenia severa a seguito della chemioterapia;
– stimare l’incidenza degli eventi emorragici e trombotici a seguito di ogni decisione clinica.

Nella fase dell’analisi degli ‘outcome’, che verrà ottimizzata sulla base dei risultati della fase pilota, l’obiettivo principale è la valutazione del rischio relativo di sanguinamento e/o trombosi per ogni scelta terapeutica (proseguimento o sospensione della terapia) effettuata in caso di piastrinopenia e la determinazione del cut-off ottimale della conta piastrinica, al quale utilizzare i diversi farmaci anticoagulanti in sicurezza e con efficacia.

Disegno dello studio: Lo studio MATTER è uno studio prospettico osservazionale multicentrico e si suddivide in due fasi:

1) Registro osservazionale (fase pilota).

2) Studio di coorte osservazionale prospettico.

Per la prima fase pilota, descrittiva, il quesito di ricerca è il seguente: “Nella pratica clinica, qual è il cut-off del numero di piastrine al di sotto del quale viene modificato o sospeso un trattamento anticoagulante concomitante, in pazienti con neoplasie ematologiche e indicazione all’anticoagulazione?”.

Per la seconda fase del progetto, che prevede uno studio di coorte, ottimizzato sulla base dei dati ottenuti nella fase pilota, il quesito è il seguente: “Nei pazienti con neoplasie ematologica e piastrinopenia severa (<50×109/L), in cui vi sia indicazione all’anticoagulazione, quale è il rischio relativo di sanguinamento e/o trombosi nel continuare la terapia anticoagulante rispetto a sospenderla?”

Risultati attesi: Le conoscenze acquisite da questo studio dimostreranno in primo luogo l’entità del problema e forniranno i dati necessari per pianificare studi prospettici di intervento. Inoltre, i dati ottenuti potranno evidenziare quali sono le strategie di gestione più promettenti.