20 anni di progressi scientifici su cancro e trombosi: cosa abbiamo imparato?

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La nostra direttrice scientifica Anna Falanga e la ricercatrice senior Marina Marchetti hanno riassunto per la prestigiosa rivista internazionale Journal of Thrombosis and Haemostasis, i progressi compiuti negli ultimi due decenni.

Incidenza
L’incidenza del tromboemobolismo venoso (TEV) è significativamente più alta (da 7 a 11 volte), nelle persone con tumore rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, può variare a seconda di diversi fattori, tra cui lo stato del cancro (attivo o non attivo), il sito, lo stadio della malattia (avanzato o limitato), le terapie antitumorali concomitanti, le procedure chirurgiche e diversi fattori di rischio correlati al paziente.

Consapevolezza
Per quanto sia divenuto argomento di studio sempre più trattato, occorre ugualmente continuare ad educare la popolazione generale e i malati di cancro sui rischi, i sintomi e i segni del TEV. Recenti sondaggi sui pazienti indicano una mancanza di consapevolezza riguardo al cancro associato a trombosi, incluso il riconoscimento dei segni e dei sintomi appropriati. E’ importante inoltre educare i malati di cancro con TEV asintomatica sui pericoli o gli eventi ricorrenti.

Biomarcatori
Molti pazienti con tumore hanno livelli elevati di marcatori che indicano l’attivazione della coagulazione del sangue, anche se non hanno ancora una trombosi evidente. La ricerca ha dimostrato che questi biomarcatori possono variare tra i tipi di tumore e peggiorare con la progressione della malattia.

Modelli di valutazione del rischio
Studi recenti (come lo studio HYPERCAN  portato avanti da Fondazione ARTET da diversi anni) stanno esaminando il potenziale dei biomarcatori per la diagnosi o la previsione di trombosi venose o arteriose nei pazienti oncologici.Questi modelli sono importanti per prevenire le complicazioni legate alla trombosi che possono avere un impatto significativo sulla morbilità e sulla mortalità dei pazienti oncologici.

Trattatamento
Quando un paziente con tumore viene ricoverato per una malattia acuta, è consigliabile considerare la terapia con eparine a dosi profilattiche per prevenire la trombosi. Questa raccomandazione si basa su tre studi scientifici controllati che hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza di diverse eparine in questi pazienti.

Terapia antitumorale ambulatoriale
Il rischio di tromboembolia venosa (TEV) è elevato nei pazienti oncologici che iniziano la terapia antitumorale, ma le linee guidaLINK non raccomandano la tromboprofilassi di routine per tutti i pazienti. La valutazione del livello di rischio è importante per decidere se somministrare la tromboprofilassi con eparina o farmaci anticoagulanti orali diretti (DOAC). Le principali linee guida raccomandano la tromboprofilassi per i pazienti ad alto rischio di TEV. La scelta della tromboprofilassi dovrebbe basarsi sul livello di rischio del paziente per trombosi e sanguinamento, nonché sul giudizio clinico e sulla preferenza.

Trattamento trombosi nei tumori
Il trattamento della trombosi in pazienti con tumore può essere diviso in tre fasi e l’uso di DOAC o eparine è raccomandato dalle linee guida. La scelta del tipo di anticoagulante deve essere fatta considerando il rischio di sanguinamento, il tipo di cancro e le potenziali interazioni farmacologiche. Le ricerche in corso cercano di sviluppare farmaci con un rischio minimo di sanguinamento. È importante consultare il proprio medic (oncologo o esperto in emostasi e trombosi) o per valutare il rischio individuale.